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informazioni generali

Il Museo della civiltà contadina ha la sua sede nell'edificio (costruito nel 1856) che fino agli anni '70 è stato la sede della scuola comunale. Tra gli abitanti di Stabio abbondano i ricordi delle ore trascorse nelle aule, oggi spazi espositivi che ospitano ogni anno migliaia di bambini.

L'edificio di 3 piani è affacciato su Piazza Maggiore, nel cuore del nucleo storico di Stabio, e consta di 6 sale espositive.

Indirizzo e contatti

Museo della civiltà contadina, Via Natale Albisetti 3, CH - 6855 Stabio
091 641 69 90

museo@stabio.ch

Giorni e orari di apertura al pubblico
mercoledì:                                               13:30 - 17:30
sabato e domenica:     10:00 - 12:00 e  13:30 - 17:30

Tariffa d'ingresso

L'ingresso al Museo è gratuito per tutti.


Accessibilità
Il Museo è dotato di ascensore (140 cm di lunghezza, 90 cm di larghezza la porta, 110 cm la larghezza interna) e rampa d'accesso ed è quindi interamente accessibile a persone con difficoltà motorie. Un posteggio per invalidi si trova in Piazza Maggiore.
Al PT è presente una toilette accessibile a persone in sedia a rotelle.

Prenotare una visita guidata

Per scolaresche e gruppi è possibile prenotare una visita al di fuori dei giorni e degli orari di apertura del Museo al pubblico, scrivendo una e-mail all'indirizzo: museo@stabio.ch
Cliccare qui per leggere tutte le informazioni relative alle visite guidate.

Tariffe (massimo 25 allievi/persone):
- scuole dell'infanzia (30 - 45 min.): 130 CHF
- scuole elementari, medie e terzo ciclo (1h - 2h): 150 CHF
- gruppi: 180 CHF

informazioni generali

come raggiungerci

indirizzo

Museo della civiltà contadina
Via Natale Albisetti 3, CH - 6855 Stabio
Il Museo è affacciato su Piazza Maggiore, possibile punto di riferimento.

raggiungerci in treno:
La stazione di Stabio (Stabio FFS) dista 5 minuti a piedi dal Museo.

Da Mendrisio prendere la S50 in direzione Malpensa Areoporto T2.

Da Como e Milano giunti a Mendrisio prendere la S50 in direzione Malpensa.
Da Varese pr
endere la S50 in direzione Mendrisio.

Segnaliamo il sito delle FFS in cui è possibile consultare l'orario dei treni: https://www.sbb.ch/it/orario.html

raggiungerci in bus:

Da Mendrisio prendere il B 523 in direzione Gaggiolo confine e scendere alla fermata "Stabio Municipio".

Da Gaggiolo confine prendere il B 523 in direzione Mendrisio stazione e scendere alla fermata "Stabio Municipio".

Da Morbio Inferiore (Serfontana), passando da Novazzano, la linea è la 518, con fermata a "Stabio Municipio".

Segnaliamo il sito degli Autopostali in cui è possibile consultare l'orario dei bus: https://www.postauto.ch/it

raggiungerci in automobile:

Da Mendrisio, Lugano, Bellinzona (A2/E35) imboccare l'uscita per Stabio/Varese.  Ai semafori procedere dritto e seguire la segnaletica stradale.

Da Varese: passare la frontiera a Gaggiolo e seguire la segnaletica stradale.

Sono disponibili svariati parcheggi, zona blu con disco orario (1h - 4h), nelle vicinanze del Museo (v. mappa).

raggiungerci in bicicletta:

Segnialiamo il percorso lungo il Parco del Laveggio, in direzione Santa Margherita (provenendo da Mendrisio). Il nucleo di Stabio è tutto a traffico lento (30 km/h).

come raggiungerci
la missione del Museo

Il Museo si prefigge essenzialmente i seguenti obbiettivi:

  • promuovere la conoscenza, la divulgazione e la salvaguardia del patrimonio storico ed etnografico della regione;

  • promuovere lo sviluppo della consapevolezza storica, sociale e culturale dei cittadini e della loro sensibilità nei confronti del patrimonio culturale materiale e immateriale;

  • realizzare iniziative che facilitino l'analisi e la comprensione della realtà odierna.

Contratto di prestazione 2023 -2026

tra Repubblica e Cantone Ticino e Museo della civiltà contadina

Il Museo della civiltà contadina è uno degli 11 musei etnografici riconosciuti dal Cantone.

Il Centro di dialettologia e di etnografia (CDE) è preposto al coordinamento, al sostegno e alla vigilanza sull'attività dei musei regionali che hanno stipulato con il Cantone un contratto di prestazione, introdotto nel 2003 e rinnovato ogni quattro anni. In quest'ambito il CDE definisce il contributo finanziario erogato ai singoli musei e offre loro consulenza scientifica e assistenza tecnica, mettendo a disposizione personale, una biblioteca settoriale, uno studio fotografico e un laboratorio di restauro.

L'Associazione musei etnografici ticinesi (AMET) persegue primariamente lo scopo di favorire la raccolta, la conservazione e la valorizzazione delle numerose testimonianze storico-etnografiche nel contesto dei musei etnografici regionali, promuovendone il coordinamento e lo sviluppo di una politica museale coerente.

chi siamo

Direzione
Rusconi Monica - curatrice e responsabile culturale

 

Collaboratori
Vajro Martina - aiuto curatrice e aiuto responsabile culturale

Mediatori culturali e guide
Antonini Aurelia - guida

Dettori Julia - guida 

Ferrari Laura - guida

Guerra Sara - guida

Moresi Maëlle - assistente guida

Paloni Alice - assistente guida

chi siamo

le collezioni e il deposito

20'000 oggetti - nel cuore del tempo

Le collezioni del Museo sono state raccolte in circa 45 anni di attività. Si tratta esclusivamente (con poche eccezioni) di donazioni.

Le collezioni hanno un carattere prevalentemente agricolo, e attingono a un bacino che comprende il Mendrisiotto (con estensione alla regione dei laghi), con eccezioni correlate a realtà specifiche del territorio.

Il deposito in cui sono custodite le collezioni è di 2 piani e 3 livelli e ha una superficie di 
circa 1'000 m². È munito di sistemi per il controllo dell'umidità.

I movimenti di oggetti della collezione è pari a circa 500 unità all'anno.

Si effettuano prestiti a Istituti scolastici per scopi didattici solo a partire da settembre 2024.

Serratura a forma di cuore chiave a lato.jpg
le collezioni e il deposito

la biblioteca e gli archivi

La biblioteca consta di circa 4'000 volumi, organizzati per argomenti.
Si tratta di una biblioteca specialistica non accessibile, per la sua ubicazione (solaio del Museo), al pubblico. 
È però possibile richiedere la consultazione e il prestito dei volumi.
Alcuni volumi sono esclusi dal prestito ma possono essere consultati in sede.

Gli archivi racchiudono una raccolta di documenti e fotografie di circa 10'000 unità.

È possibile richiedere la consultazione per motivi di ricerca e studio scrivendo a museo@stabio.ch

la biblioteca e gli archivi

1981 - 2024: la storia del Museo

L'idea di creare un museo è nata nell'estate del 1976 e la sua realizzazione, con l'apertura al pubblico, è avvenuta nel 1981. Il Museo in oltre 43 anni di vita ha realizzato oltre 80 mostre e ospitato oltre 160'000 visitatori. 
 

L'embrione dell'attuale museo, aperto al pubblico l'11 aprile 1981, è da collocare nell'estate del 1976 quando la "Commissione speciale Fondazione Albisetti", incaricata della sistemazione dei lasciti dello scultore stabiese Natale Albisetti nelle sale del vecchio palazzo scolastico, immagina anche la realizzazione di un progetto che prevedesse una biblioteca, un museo permanente e una sala per le riunioni.

Nella pubblicazione che racconta "I primi 10 anni" del Museo, leggiamo, dopo il saluto del Sindaco, un’introduzione di Gino Macconi il cui titolo è
“La realizzazione di un’idea”.  
Scrive Macconi:

Il lavoro di preparazione del nostro museo rurale durò alcuni anni. Mi aiutavano un buon numero di amici.
Non posso ricordarli tutti, l’elenco sarebbe molto lungo.  
[...] Non eravamo specialisti, museologi ma [...]  eravamo tutti animati da una grande passione.

[...
] I fruitori  ideali del museo, erano - per me - i giovani, coloro che la civiltà contadina della nostra regione non avevano potuto conoscere di persona. L'impostazione del museo, la disposizione degli oggetti, dovevano quindi tenere conto soprattutto della possibilità di fruizione da parte di scolari, di giovani studenti. Optai perciò per un metodo espositivo di tipo descrittivo, didattico, che prediligesse l'aspetto ergologico più che la ricostruzione di ambienti. 

Curatori del Museo:

2017 - oggi    Monica Rusconi
2011 - 2017    Marta Solinas
1981 - 2011    Sergio Pescia

la storia del Museo
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